Rinnovati i vertici del Gal Isc Madonie. Cicero avrebbe votato per Mascellino?

Il CdA del Gal ISC Madonie ha eletto il successore di Francesco Migliazzo – ex sindaco di Gangi – è Mario Cicero, primo cittadino di Castelbuono e presidente del Consorzio Produttori Madoniti.
Dalla sede di viale Risorgimento, a Castellana Sicula, (un piano sotto il quartier generale della So.Svi.Ma. di “Alessandro” Ficile Spa) sarebbe uscito anche un Cardinale entrato Papa.  Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana è stato clamorosamente poggiato a terrà dai suoi stessi colleghi, al punto che al termine del concitato CdA ha anticipato le sue dimissioni, formalizzate ieri.
Ha perso la componente privata del GAL Madonie, che rappresenta il 51 % della compagine sociale (il 49% rimane in capo agli Enti Pubblici), che aveva indicato Natale Mascellino, presidente del COPAGRI Sicilia e professionista di qualità. Mascellino, oltre a essere profondo conoscitore dei meccanismi della nuova programmazione europea cui i Gruppi di Azione Locale sono interessati e alla quale dovranno scrupolosamente attenersi.
Di certo ha vinto Ficile che fin dal primo momento avrebbe stretto un accordo con Cicero, se non altro per dargli quella “carota” a cui il sindaco di Castelbuono teneva tanto, quasi a essere l’ultima cosa da fare prima di andare in pensione. Fors’anche per tenerlo buono, considerate le uscite ad effetto di Cicero quando all’orizzonte non si profilavano scenari in linea con il suo desiderata.
Insomma la componente privata del CdA ha tradito la propria appartenenza. Lo ha fatto Giovanni Spallina, (Centro Stella Castelbuono) e si è astenuto Croce Scelfo – rappresentante della BCC Madonie – (in rapprentanza dei colleghi “privati” del Centro Stella di Bompietro). Davide Bellavia riconfermato dal Centro Stella di Alia, invece, ha pensato bene di non presentarsi, non sarebbe una novità, il suo nome non è stato una costante nei verbali del Consiglio.
La componente pubblica, invero, avrebbe seguito pedissequamente le indicazioni dell’eterno inquilino del piano superiore, negli uffici incastonati nella stessa palazzina (dall’ubicazione defilata appaiono come altri “uffici” in Via Notarbartolo).
Voto compatto su Cicero e nel dubbio (la paura fa novanta) è intervenuto, in presenza digitale, anche il sindaco di Montemaggiore Belsito, Antonino Mesi, attualmente in convalescenza.
Tuttavia, non sono pochi i fatti consumati che potrebbero portare a rimettere tutto in discussione.
Il primo riguarda le modalità di votazione, di fatto il voto sarebbe stato negato ai tre candidati (Cicero, Macaluso e Mascellino); il secondo riguarda la posizione debitoria del Consorzio Produttori Madoniti, di cui Cicero è il legale rappresentante. Attendiamo di leggere come verrannno riportati i fatti nel verbale, compreso la riserva espressa da Mascellino di rimanere nel CdA.
Andiamo con ordine.
Giulio Cortina, sindaco di Scillato e indicato dal Centro Stella di Caltavuturo, ha proposto ai tre candidati di uscire dalla stanza per permettere una valutazione più serena.
A decisione presa gli aspiranti apprendono i termini della scelta, 4 sindaci a favore di Cicero, un astenuto e due consiglieri – La Giusa e Pisa – a favore di Mascellino.
Les Jeux sont faits, rien ne va plus!
Su questa scelta avremmo da obiettare, siamo assolutamente certi che se fosse stato adottato un sistema di voto diverso (magari a scrutinio segreto) Cicero e Macaluso, avrebbero votato per Natale Mascellino.
Cicero con la nota del 8 settembre 2021 (Prot. Gab/Sind. N. 494) già stigmatizzava, non condividendone “la programmazione politica-amministrativa di queste strutture e di conseguenza non apprezzando l’operato e i metodi di scelta dei vari CdA, (…), già da diversi mesi aveva deciso di non partecipare alla gestione diretta degli stessi, dimettendosi da quelli in cui era presente (rimettendo gli incarichi realmente e non, come fatto da qualcuno, annunciando le dimissioni senza mai attuarle) e non accettando nuovi incarichi”.
Sempre nella stessa nota il primo cittadino di Castelbuono denunciava il metodo di distribuzione delle “nomine degli organismi territoriali” e scriveva che “vengono utilizzate come bilancino, o metodo Cencelli, affinché tutti stiano buoni”.
E ancora, “Un fatto ancor più singolare è il comportamento di diversi sindaci o delle figure istituzionali del comprensorio, che pur di galleggiare stanno in silenzio o sono compiacenti, per poter stare sempre dalla parte del vincitore di turno. Questo deplorevole comportamento, in atto da qualche anno, a mio parere ha mortificato il protagonismo amministrativo e politico del comprensorio, contribuendo alla morte sociale, economica, culturale e politica dei singoli comuni”.
Abbiamo altrettanta certezza che Macaluso, persona di buon senso, avrebbe dato fiducia piena a Mascellino, magari ritrovandosi a ricoprire l’altrettanto importante carica di vice presidente, persino con qualche delega di peso.
Sarebbe un’imperdonabile cattiveria pensare che Ficile abbia promesso a Macaluso il posto a capotavola.
La scelta di dimettersi potrebbe essere ricondotta alla sconfitta dei privati, Macaluso, togliendo la Fascia, è un imprenditore di successo.
Or dunque, rimane la questione del credito vantato dal GAL di cui Cicero è stato eletto presidente e che, togliendo la Fascia, si trasforma in debito che il Consorzio da lui governato ha nei confronti del GAL Isc Madonie. Uno scenario che avrebbe fatto impallidire perfino Kafka.
Si tratta di euro 165.231,55 oltre gli interessi (circa venti mila euro) e le spese liquidate alla task force (consulenti legale e fiscale) incaricata di convincere i soci che lo stralcio sarebbe stata l’unica strada percorribile, per salvare tutti ma non la cassa del Gal, che continua ad intrattenere rapporti economici con il Consorzio, amichevolmente moroso.
Lo ribadiamo, per le ragioni espresse, la nomina di Cicero nel CdA è stata una stortura, ancor di più appare eticamente discutibile la sua elezione alla carica di presidente.
Come risulta contraddittorio il fatto che il rappresentante della BCC Madonie abbia accettato “per continuità” la vice presidenza, sedendosi accanto a chi è sfuggito per “miracolo” (?) a un contenzioso giudiziario. Lo ribadiamo, n.q. di presidente del Consorzio!
L’Istituto, che aderiste al Gruppo Iccrea Banca, dovrebbe prendere atto della situazione imbarazzante venutasi a creare. Se il credito fosse stato “bucato” alla BCC Madonie il CdA della Banca che indicazioni avrebbe dato al proprio rappresentante?
Non ci stupiamo più di niente. Sulle Madonie è accaduto di tutto e continuerà ad accadere di tutto, sotto lo sguardo “paterno” dell’organizzatore del territorio, l’intoccabile e onnipresente Alessandro Ficile.