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Beffa & danno. Cicero si muove da presidente (moroso) del GAL e nulla lo intacca, nemmeno la storica presa di posizione della BCC

L’avvio della presidenza di Mario Cicero, sindaco del Comune di Castelbuono e presidente del Consorzio Produttori Madoniti, è stato un incubo.
Nel corso del primo CdA del GAL ISC Madonie si è dimesso Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana e dopo qualche ora Croce Scelfo, indicato dalla BCC Madonie. Le dimissioni sono state notificate agli Uffici del GAL lunedì scorso.
A seguito della scelta della BCC un gruppo di coscienziosi privati potrebbero fare lo stesso passo all’indomani della rimodulazione del PAL (Piano di Azione Locale), che dovrebbe avvenire nel corso del prossimo CdA previsto per il 25 novembre. Lo avrebbero fatto prima ma per senso di responsabilità attenderebbero la definizione di questo passaggio che dovrebbe portare al finanziamento di poco più di tre milioni di euro da destinare per il prossimo triennio (2023-2027), al netto dei cospicui costi di gestione, alla promozione e allo sviluppo rurale delle Madonie.
È proprio il caso di dire che è “caduta una stella”, anzi due. I due dimissionari fanno parte del Centro Stella di Bompietro a cui afferiscono i comuni di Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, le Petralie e Resuttano.
Roccaforte di Pietro Macaluso e “caveau” storico dell’Istituto di Credito.
Macaluso tornerà nella sua “polverosa” e inquieta galassia, Scelfo, invero, è stato costretto dalla governance della BCC a una storica ritirata.
Un sindaco avrebbe detto che i due verranno presto rimpiazzati, senza analizzare le cause della “perturbazione stellare” e le relative conseguenze. Dovrebbe frequentare il GAL Hussin piuttosto che il bar.
La ritirata di Scelfo è la conseguenza dell’uscita dal GAL della Banca che dalla (misera) faida politica in atto ne avrebbe tratto un “ingente danno d’immagine”.
Non è una novità che i vertici della BCC si siano tenuti lontano dalle beghe locali e che gli stessi abbiano mantenuto un atteggiamento superpartes rispetto alle aspirazioni dei sindaci che hanno preso (troppo) sul serio l’importanza di essere eletti alla guida del GAL.
Macaluso, dal canto suo, cerca di giustificare la sua rovinosa caduta.
Il primo cittadino di Petralia Soprana appare (anche) come un salmone che tenta disperatamente di risalire la china, definisce la sua candidatura come “spirito di servizio nei riguardi del territorio madonita” (la mancata elezione di Macaluso avrebbe intasato il Pronto soccorso del “dell’Alto”, effetto della secrezione della adrenalina).
Cerca di spiegare che grazie al ritiro della sua candidatura, il CdA “non riusciva a trovare un accordo”, si sarebbe giunti alla serena elezione di Cicero. In verità le cose non starebbero così. In camera caritatis una parte dei presenti hanno espresso la chiara volontà di indicare Cicero alla guida dell’Associazione, la candidatura di Macaluso non sarebbe stata oggetto di valutazione. La scelta è stata tra Cicero e Natale Mascellino, in rappresentanza della componente privata del GAL e Cicero sarebbe stato preferito senza alcuna votazione formale.
Il sindaco di Petralia Soprana, in una lettera aperta, mette in chiaro un altro aspetto della vicenda.
L’elezione di Mario Cicero sarebbe stata vista dai suoi sponsor “non opportuna per varie ragioni”, ovviamente non le spiega, non è riuscito nella risalita, quindi a fecondare persino l’uovo della verità.
A proposito di sponsor. L’ipotesi che facciamo è quella di seguito e non c’entra nulla con la “risalita” di Macaluso.
Ancora una volta il regista di questa debacle sarebbe stato il patron della So.Svi.Ma., Alessando Ficile.
“Alessandro” avrebbe giocato con tre mazzi di carte. Un mazzo lo avrebbe dato a Mario Cicero, gli altri due al collega Macaluso e a Natale Mascellino. Nei mazzi di Macaluso e Mascellino sarebbero mancati due assi, quindi il poker sarebbe stato riservato solo al sindaco di Castelbuono.
Ficile non avrebbe tenuto conto che Cicero è anche il presidente del Consorzio Produttori Madoniti di cui il GAL e la “sua” So.Svi.Ma. sono gli azionisti di maggioranza. I tre componenti del CdA del Consorzio sono indicati dal GAL, dalla So.Svi.Ma. e uno dall’assemblea dei (misteriosi) soci.
Il GAL ISC Madonie vanta un credito nei confronti del Consorzio di € 165.231,55, a cui aggiungere 20 mila euro circa di interessi e altre spese sostenute per l’amichevole (?) tentativo di recupero del credito.
Tale debito è scaturito per l’avvio e la gestione del punto vendita “Madonie le vette del gusto”, presso il Centro Commerciale Forum di Palermo.
Dal punto di vista finanziario l’investimento del Consorzio (fatto con i soldi del GAL) “ha avuto un esito disastroso”, ha affermato al tempo l’avvocato Giuseppe Calabrese.
Calabrese, incaricato di verificare la solidità economica del Consorzio, non si sarebbe accorto (?) che lo stesso – di fatto – rimaneva, parimenti, in capo al GAL e alla So.Svi.Ma. Spa.
Disastroso anche per le comunità residenti nei comuni che aderiscono al GAL, volendo considerare che nessuno dei responsabili ha pagato per questo ingente danno economico, a partire da coloro che avrebbero dovuto vigilare e che hanno anticipato tali risorse senza chiedere adeguate garanzie patrimoniali.
Al tempo “Alessandro”, per gli amici, ricopriva la carica di vice presidente del Consorzio e nessuno avrebbe osato verificare la solidità del “piano industriale”. In verità nessuno verifica ciò che accade in viale Risorgimento, eppure tale azione ricadrebbe anche nelle prerogative dei consiglieri comunali.
Al danno anche la beffa. Mario Cicero, presidente del Consorzio, debitore del GAL, viene eletto presidente dell’Ente creditore, ovvero del GAL ISC Madonie.
Potrebbe essere una delle ragioni inespresse per le quali l’elezione del primo cittadino di Castelbuono sarebbero state ritenute inopportune. Resta il fatto che l’elezione di Cicero, a prescindere che sia espressione della parte pubblica, è inopportuna e, lo ribadiamo, discutibile anche dal punto di vista etico.
Macaluso piuttosto che spiegare le vere ragioni delle dimissioni tenta di indossare il paracadute per attutire la rovinosa caduta, tuttavia nella lettera aperta avverte che il GAL sarà chiamato a “programmare e gestire fondi non solo dedicati all’agricoltura” e questo ci induce a far ricorso alla calcolatrice.
Il monte premi a cui aspira quel che resta della governance del GAL e (soprattutto) i dipendenti di stanza in viale Risorgimento 13/b a Castellana Sicula, ammonta a circa tre milioni e 300 mila euro.
Secondo i dati Istat all’alba dell’1 gennaio 2023 nei comuni aderenti al GAL si sarebbero svegliati 141.778 esseri umani, ai quali per il quadriennio 2023-2027 verrebbero assegnati appena 23,27 euro pro capite.
In questo obolo sono contabilizzati anche 13,78 euro per ogni ettaro di superfice dei comuni aderenti (ha 242.978), tenuto conto che l’Europa si rivolge a tutta la comunità rurale, quindi alla vita che si svolge nell’intero paesaggio.
In tutto questo il 40 % della rimodulazione è da impegnarsi per gli stipendi e per le spese di gestione ordinaria (indennità di carica degli amministratori comprese. 10 mila presidente, 5 mila vice presidente e 125 euro di gettone di presenza agli componenti il CdA).
Della rimanente parte il 30 % verrebbe ripartita a favore dei desiderata dei vari sindaci dei comuni aderenti e che fanno capo ai Centri Stella.
Alle Partite Iva, per tutta la programmazione, verranno ripartiti – a valere di appositi impegnativi e complicati bandi – circa un milione e 300 mila euro.
Del passato, remoto e prossimo,  non abbiamo notizie certe sull’impatto occupazionale generato dalle attività del Gruppo di Azione Locale Madonie, a fronte delle aziende cofinanziate e dei progetti in capo ai comuni e alle singole aree.
I propositi, riportati nella relazione che accompagna il rendiconto 2023, appaiono sostenibili in quanto l’intento sarebbe stato quello di “elevare il tasso di occupazione, soprattutto giovanile e femminile”.
Ma questa è un’altra storia che da sempre ha importato poco. Quasi un tabù. Nemmeno “Il finto sviluppo delle Madonie”, raccontato da “il Sole 24 Ore” avrebbe scalfito la “faccia” di coloro che con il territorio madonita hanno fatto affari (e continuano a farne) indisturbati anche dall’indifferenza delle comunità residenti.
Quello che conta è stata l’assegnazione della presidenza del GAL e poco ha importato che Cicero rappresenta anche un socio moroso, oppure l’assenza di risultati spuntati dallo stesso alla guida del Consorzio Turistico Cefalù-Madonie-Himera.
In verità in quel periodo un risultato l’avrebbe spuntato. In una fiera del settore ha ribadito che il raglio dell’asino è magico. Favorirebbe il fare all’amore dei turisti che raggiungeranno le strutture ricettive madonite.  Nondimeno, per meglio udirlo le finestre devono rimanere aperte, anche nel periodo invernale e la “min******” si è subito volatilizzata.