Editoriale - di Vincenzo Lapunzina
Gal ISC Madonie. Povero Natale, schiacciato dal “sistema” e dalla necessità di “sopravvivere”
Nov 11, 2024
Lo scorso 6 ottobre è stato rinnovato il Consiglio di Amministrazione del GAL Isc Madonie (Gruppo di Azione Locale).
La rappresentanza della compagine sociale e partenariale è stata convocata nell’emiciclo ove si riunisce il civico consesso di Castellana Sicula.
Pochi i partecipanti, rispetto ai soggetti di cui si compone l’Associazione di supporto alle imprese del territorio di competenza.
Al 31 dicembre 2023 l’associazione era così composta: 34 i comuni, oltre l’onnipresente e morosa So.Svi.Ma. Spa, partecipata dai comuni che attraverso l’Agenzia di Sviluppo pagano due volte.
Alla stessa data la So.Svi.Ma., quindi i comuni, risultava debitrice di duemila euro; la componente privata, invece è suddivisa in tre parti, economica (14 soci) sociale (8) e dai c.d. organismi di rappresentanza della società civile (22).
Stante ai crediti, riportati nella nota integrativa al bilancio, la situazione contabile non è rassicurante. 268.514 euro i crediti iscritti in bilancio e derivanti dalle morosità della maggioranza dei soci.
Dai 14.500 euro attesi dalla CISAL Sicilia ai 16.705 euro che dovrebbe versare la CIA Sicilia occidentale, 14.404 la Lega Coop Sicilia, passando (tra moltissimi altri) ai 14.500 euro iscritti all’associazione Fare Ambiente.
La parte pubblica non è da meno. A titolo di esempio, il Comune di Campofelice di Roccella deve al GAL 18.722 euro, Caltavuturo 12.754, Termini Imerese 7.725, Sciara 5.803 euro e Polizzi Generosa che ne deve 4.781 euro. Per Polizzi il debito non è imputato al capitolo “cultura”, quindi può aspettare.
Persino nel caso della “parte pubblica” la lista dei debitori è lunga, se pur considerati “sicuri”. Anche troppo a detta del Revisore dei conti che nella sua relazione, a proposito dei crediti, avverte che “Considerato il consistente ammontare, risulta necessario continuare le azioni di recupero intraprese. Si evidenzia il potenziale rischio derivante dalla inesigibilità di alcuni crediti”.
Tuttavia, per le varie anime del GAL i crediti rappresenterebbero soltanto delle scritture contabili di poca rilevanza, in particolare per i sindaci, oramai abituati a non pagare (alcuni) o ad avallarne la cancellazione, come nel clamoroso caso del Consorzio Produttori Madoniti.
Al consorzio preseduto da Mario Cicero, che è anche sindaco di Castelbuono, sono stati cancellati (dal bilancio) appena 165 mila euro, considerati da una task force “inesigibili”. Al tempo è stato interamente prosciugato il fondo rischi, scientificamente rimpinguato ogni anno per tale scopo. Al raggiungimento della cifra non ci hanno pensato un solo istante a passare il cancelletto sulla posizione del Consorzio, ignorandone altre altrettanto a rischio!
Occorreva farlo, se non altro (a modo loro) per cancellare il ricordo di un investimento pensato male e finito nel peggiore dei modi, che si è consumato quando la presidenza del Consorzio era di Nino Tilotta e la vice presidenza di Alessandro Ficile.
Cionondimeno al “Cicero consorzio”, di fatto, non è stato abbuonata la partita economica, quindi risulta sostanzialmente debitore di oltre 165 mila euro, volendo considerare anche gli interessi e le spese per “certificarne” l’inesigibilità. Le eventuali inadempienze in essere del Consorzio nei confronti del GAL, in merito alla gestione delle piattaforme logistiche di Blufi e Campofelice di Roccella, non contano.
Quello che conta per tutti è la nuova governance, ovvero chi deve accaparrarsi gli 11 mila euro l’anno di indennità di carica spettante al presidente dell’Associazione, oltre al cospicuo rimborso delle spese.
Detto questo, apriamo un focus sugli equilibri in seno al neo eletto CdA e sui probabili “tradimenti” di chi rappresenta la componente privata.
La nuova composizione del CdA risulta essere la seguente, così come indicata dai “Centri Stella” di Alia (Antonio Mesi, sindaco di Alia e Davide Bellavia per la parte privata), Bompietro (Pietro Macaluso – Petralia Soprana e Croce Scelfo che rappresenta la BCC Madonie), Caltavuturo ( Giulio Cortina – Scillato e Vincenzo Pisa), Castelbuono (Mario Cicero – Castelbuono e Giovanni Spallina) e Gangi (Giuseppe Minutilla – San Mauro Castelverde e Giuseppina La Giusa). A questi si aggiunge Natale Mascellino, indicato dalle “parti sociali”, ovvero dalle organizzazioni sindacali e datoriali, ivi compreso la So.Svi.Ma. Spa.
La matematica restituisce 5 sindaci e 6 rappresentanti della parte privata, numeri aderenti alla composizione del Gal stesso: il 51% delle quote detenute dai privati e il 49% dagli Enti pubblici.
Nel mondo reale, anche per orgoglio di appartenenza, i soci privati dovrebbero esprimere il presidente, individuato tra i colleghi imprenditori, così come accade nella maggioranza dei GAL siciliani.
In questo un ruolo importante dovrebbe assumerlo il componente espresso dal Centro Stella di Bompietro che ha inteso indicare un rappresentate della BCC Madonie.
Invece no, il GAL Madonie è incardinato in una Repubblica a parte, quella dell’ingerenza del pubblico in un contesto che è “nelle mani” dei privati, così come concepito e promosso dalla U.E. per dare adeguata rappresentanza alle comunità rurali.
Qualcuno dei soci privati, almeno chi farebbe la differenza, punterebbe su uno dei due sindaci in corsa, Mario Cicero, per l’appunto, che a giugno scorso con un’accorata lettera appello ha lanciato la sua “OPA”.
Salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, Cicero sbaraglierebbe il collega Pietro Macaluso (oramai in solitudine), già presidente della c.d. “unione dei comuni madonie” e sindaco di Petralia Soprana.
Poco importa che Cicero rappresenta anche un socio (di fatto!) moroso che ha privato la comunità madonita di oltre 165 mila euro, risorse che potevano essere utilizzate per molto altro, o che le piattaforme logistiche di Blufi e Campofelice – affidate al “Ciceroconsorzio” – sono inattive, come nulla (!) conta che i soci privati potrebbero dare un segnale di svolta all’intero paesaggio madonita.
In mezzo a questa (ridicola) lotta di “potere” e di prevalere sull’altro s’intravede Alessandro Ficile, il vero regista delle “questioni” madonite.
“Alessandro”, per gli amici più stretti, da un lato indica Natale Mascellino a rappresentare l’Agenzia di Sviluppo in CdA, quindi alla presidenza del GAL (anche in considerazione delle indiscusse capacità di Mascellino), dall’altro farebbe di tutto per disinnescare la “Cicero-mina”.
Ficile sa benissimo che se Cicero non venisse eletto presidente del GAL Madonie salterebbe il banco dov’è seduto e che ha faticosamente (?) mantenuto all’impiedi, quindi per la propria sopravvivenza butterebbe dalla finestra Mascellino con tutta l’acqua sporca e le ataviche contraddizioni.
Il fatto che l’elezione di Cicero sarebbe eticamente discutibile, per le motivazioni espresse, anche questo avrebbe poca rilevanza. Ad onor del vero andava stoppato fin dal giorno dell’Assemblea elettiva.
In tanti ci chiediamo e nei prossimi mesi ci sarà anche un giudice a esprimersi sul tema, se questo modo di agire non fa capo a un “sistema” di cosa si tratta?