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Ires maturata in Sicilia. Il MEF adotterà il “Metodo UniCredit”?

L’UniCredit continua a sorprendere tutti. Oltre alle trimestrali di cassa da record (1° trimestre 2023 2.1 mld di euro di utile netto, rispetto ai 274 milioni rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente), anche quest’anno il colosso bancario avrebbe versato nelle casse della Regione Siciliana una parte delle imposte dovute all’erario per l’anno 2023.
Si tratta dell’IRES, Imposta sui Redditi delle Società, maturata in Sicilia negli oltre 240 sportelli sparsi nella Regione, per il 2023 è stata calcolata in 75,4 milioni di euro, salvo errori, secondo le proiezioni del primo trimestre e l’Ires versata nel 2022 ci saremmo aspettati un importo più cospicuo.

La donazione

Questa “donazione”, da parte del colosso bancario, si ripete da 6 anni, tuttavia solo nell’ultimo triennio la presidenza della Regione ha ritenuto opportuno socializzare l’entità degli importi di cui – in verità – non si conosce la metodologia di calcolo, così come ribadito dal Servizio Studi dell’Assemblea Regionale Siciliana nel “Documento n. 7 – maggio 2023”.
Circa 64 milioni di euro per il periodo di imposta 2020, 61.5 per il 2021, 79.5 milioni di euro per il 2022 e 75.4  per il 2023.
In Sicilia quello che è obbligo di Legge è affidato alla libera scelta del contribuente (l’UniCredit da chi è stato autorizzato? I calcoli, negli anni, sono stati verificati?) e ci chiediamo le ragioni per cui le Società che hanno sede legale in altre Regioni e operative in Sicilia non godano dello stesso privilegio, facendo guadagnare agli Amministratori Delegati il diritto di una foto con il presidente della Regione Siciliana.

Il “Metodo UniCredit”

Salvatore Malandrino, regional manager Sicilia di UniCredit, gode di questo favore e, alla luce delle notizie di stampa, sarebbe il titolare dei diritti del così detto “Metodo Unicredit” per il calcolo dell’Ires, in quanto profondo conoscitore dello “schema di nuove norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria”, approvato con la Delibera di Giunta n. 197 del 15 maggio 2018, rimasto privo di seguito per l’inadeguatezza della classe politica regionale e nazionale eletta in Sicilia.
Il “Metodo UniCredit”, sconosciuto dal MEF, è ben specificato all’articolo 4, lettera g, della Delibera di Giunta, che si riferisce alle entrate spettanti alla Regione siciliana: “la quota dell’IRES – si legge – relativa al reddito prodotto (“maturato”, ndr) nell’ambito del territorio regionale dalla persone giuridiche aventi domicilio fiscale fuori dal territorio regionale ma che in esso hanno stabilimenti, impianti e attività imprenditoriali o che spostano la sede legale nel territorio regionale”.
Niente di straordinario, lo hanno previsto i padri costituenti della Regione Siciliana che già nel 1946 pensavano al “maturato” in quanto consapevoli che la ricostruzione della Sicilia sarebbe stata affidata ad imprenditori del nord; di fatto la Sicilia è rimasta colonizzata dagli “eredi” oltre che dallo Stato.
Ha ragione il presidente Schifani a sottolineare,  rivolgendosi ad Unicredit, la “grande attenzione verso il nostro territorio e verso le prerogative finanziarie sancite dal nostro Statuto e di questo non posso che compiacermi”.

Cosa ne pensa l’Agenzia delle Entrate?

Tuttavia, ci sarebbe da chiedersi cosa ne pensa l’Agenzia delle Entrate in merito alle modalità di calcolo dell’Ires maturata in Sicilia nelle sedi dell’Unicredit, basata sul “Metodo UniCredit” e se la Corte dei Conti in sede di parifica del bilancio della Regione abbia mai stigmatizzato il “metodo” e la violazione di Legge da parte dello stesso organo di riscossione, che ha incamerato e incamera i Tributi, spettanti alla Sicilia, senza prontamente riversarle al Tesoriere della Regione Siciliana.
Tributi che non riguardano solo l’UniCredit ma anche le altre banche “straniere” che sono presenti in Sicilia con oltre 900 agenzie, di cui 126 Intesa San Paolo, 94 Monte Paschi di Siena e 92 del Piccolo Credito Valtellinese, per citarne alcune (2022, Fonte Banca d’Italia) e le innumerevoli compagnie di assicurazioni.
A questi ci sarebbe da aggiungere l’universo dei colossi della grande distribuzione “analogica” (Lidl, Eurospin, Coop, ecc…) con sede legale principalmente in Lombardia, Emilia e Veneto e quelli “digitali” (Amazon  in testa) che “maturano” ingenti utili nella sconfinata prateria siciliana, contribuendo anche ai bilanci di Stati esteri.

Il business del “maturato”

Insomma, il “maturato” in Sicilia rappresenta per lo Stato un business di oltre 20 miliardi di euro che i siciliani non si ritrovano ogni anno sotto l’albero di Natale.
Ma c’è da sperare. “Da parte nostra, – ha affermato il presidente Schifani – attiveremo con il Mef tutte le procedure necessarie, affinché, cosi come fatto per UniCredit, si elabori un modello di calcolo di riferimento preciso che possa portare ad un versamento automatico della quota delle imposte annuali che spettano alla nostra Regione”.
“Raggiungeremmo così due obiettivi: – chiosa il presidente – l’applicazione delle norme statutarie che, come risaputo, hanno rango costituzionale, e la realizzazione di liquidità in più da investire nella crescita e nello sviluppo nella nostra terra”.

Leale collaborazione

Sempre che il “Metodo Unicredit”, di cui beneficia la Regione Siciliana, in via XX Settembre 97 non sia visto al contrario, ovvero, come un “metodo di rapina” che finalmente si ritorce contro chi, nel nome della “leale collaborazione”, ha tenuto il popolo siciliano nel perenne stato di bisogno, sottraendogli ingenti somme di denaro in violazione dello Statuto che dalla data in cui è stato approvato (15 maggio 1946) è di “rango costituzionale”, non è una novità.