L’intervista immaginaria al primo cittadino di Sicilia. Domande facili e risposte dirimenti?

Lo scorso 8 agosto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha rilasciato “un’intervista esclusiva” (clicca QUI) al quotidiano on line ilSicilia.it.
La collega Maria Calabrese ha posto al senatore Schifani una batteria di domane che hanno dato l’assist al padrone di casa (l’intervista si è tenuta a Palazzo d’Orleans) di rimandare al passato le responsabilità delle emergenze in atto e di riconoscere come suo unico oppositore il presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta.
Gli sarebbe stata data (anche) l’opportunità di segnare una linea di demarcazione tra il Sindaco dei sindaci siciliani e i 390 colleghi che ogni giorno si spendono (alcuni eroicamente) per i rispettivi territori.
Divide et impera, è la strategia del successore di Giuseppe Alessi.
Il punto è che nell’immediatezza dell’intervista e anche dopo, nessuno dei colleghi di Amenta, ivi compreso i componenti dell’Ufficio di presidenza dell’ANCI hanno sentito la necessità di ribattere all’unico uomo al comando della Regione Siciliana, come a dire che (di fatto) risponderebbero al Presidente della Regione di turno, piuttosto che ai territori che rappresentano e oggetto delle rimostranze e preoccupazioni di Amenta, non prese bene dal Presidente emerito del Senato della Repubblica.
Diciamo che Schifani non è abituato al confronto sul campo, si è formato in luoghi distanti dai territori in cui l’indiscutibile oracolo era uno solo.
Diciamo, altresì, che Amenta – secondo il primo cittadino di Sicilia – rappresenterebbe anche l’opposizione parlamentare, di minoranza e di maggioranza (i mal di pancia iniziano ad essere diagnosticati).
Tuttavia, è necessario ringraziare il presidente Schifani per essersi concesso alla testata giornalistica, in un periodo così difficile per la Sicilia e siamo sicuri che per la disponibilità che avrebbe dato ad autunno gli verranno somministrate le seguenti questioni, che apparrebbero futili ed è proprio per questa ragione che non dovrebbe essere difficile dare delle risposte.
Immagino di essere seduto nello studio privato del Presidente della Regione e inizio a leggere (alla maniera di Enzo Biagi) la prima delle sette domande. Ops, non sarò io ma i colleghi de ilSicilia.it.

Prima domanda

Presidente, iniziamo con le emergenze, che in realtà tali non sono perché da tempo costituiscono una costante quotidianità per i siciliani. Crisi idrica, rifiuti, viabilità, incendi, caro voli e caro navi, e poi fuga dei giovani dalla Sicilia con il connesso dramma della disoccupazione, e tante altre che verrebbe di affermare che tutta la Sicilia è una emergenza. Non siamo riusciti a leggere quali proposte intendeva assumere per queste storiche emergenze nel suo programma di candidatura (mi permetto informarLa che nel sito della Regione il suo programma, dal suo insediamento è ancora in aggiornamento). Come intendeva e intende agire?

Seconda domanda

Un denominatore comune delle difficoltà della Regione, trasversale alle singole materie, è quella finanziaria. La Sicilia è l’unica Regione italiana che non ha avuto ancora parificato il rendiconto 2023. Che iniziative intende assumere per normalizzare gli adempimenti contabili regionali?

Terza domanda

Come è noto la sanità siciliana è in condominio con lo Stato (nelle altre regioni la competenza o è della Regione speciale o è dello Stato per la Regione ordinaria) in quanto la Regione vi concorre per il 49% e lo Stato per il 51 %.
Ma concretamente quale Istituzione assume le decisioni? (a titolo di esempio, se consentire un nuovo polo ospedaliero, come gestire le assunzioni, i pronto soccorso, ecc.).

Quarta domanda

Dopo l’accordo sulle accise con il quale Lei nello spirito di leale collaborazione donò allo Stato ingenti risorse finanziarie maturate dal 2007 all’anno dell’accordo, quale è l’importo che dall’anno di quell’accordo lo Stato riconosce alla Sicilia per le accise maturate nel proprio territorio?

Quinta domanda

Nella precedente legislatura quel Governo assunse la Delibera 197 del 15 maggio 2018, per normalizzare il rapporto finanziario e fiscale con lo Stato.
Per quale motivo non ha riassunto quella delibera seguendone l’iter per pervenire alla sua attuazione?

Sesta domanda

In tema di autonomia regionale differenziata, Le chiedo il motivo per il quale non ha chiesto anche alle altre strutture societarie, in posizione analoga all’Unicredit, il rispetto della norma statutaria ex art. 37 dello Statuto, quindi di versare il maturato IRES direttamente nelle casse della Regione Siciliana?

Settima domanda

In ultimo, presidente, Le chiedo, anche per l’autorevole presenza in Giunta di un esperto fiscalista (Alessandro Dagnino) che ha voluto alla guida del Dicastero dell’Economia, se ritiene di richiedere allo Stato anche l’importo dell’IVA all’importazione maturata nel territorio siciliano.

Grazie per l’attenzione.

Vincenzo Lapunzina