Attorno alla struttura che ospita l’ospedale “Madonna SS. dell’Alto” di Petralia Sottana nelle ultime settimane si è notato un alacre movimento di tecnici e funzionari dell’Asp di Palermo che lascerebbe intendere ad un’aria di festa.
Dai Direttori Sanitari del Distretto e del Nosocomio, che “convivono” sotto lo stesso tetto, non trapela niente. Bocche cucite, adeguate alla volontà del Commissario Straordinario che “parla per tutti” e che si esprime, attraverso l’Ufficio stampa, con il linguaggio dei fuochi pirotecnici che vengono sparati alla fine di ogni iniziativa o a missione compiuta.
Quindi, come alla vigilia della festa di paese del tempo, scandita dal suono della fanfara che intona le note della mitica canzone di Tosca (Il terzo fuochista), all’interno del maestoso edificio si preparano a un grande evento che dovrebbe essere presentato al pubblico all’indomani delle elezioni europee.
Aria di filastrocca, ne siamo convinti, che non convince più nemmeno la bambina “con le scarpine blu” che ci racconta Tosca e la sua band nel brano che conquistò un posto sul podio al Festival di Sanremo del 2007.
Tuttavia le giravolte del Commissario-Direttore Generale-Commissario e ancora Direttore generale (in attesa di conferma ufficiale), Daniela Faraoni, si materializzeranno in qualcosa, per rabbonire i sindaci e il forum dei comitati, impegnati dal giorno di San Martino dello scorso anno a difendere ciò che è rimasto dei Livelli Essenziali di Assistenza nel contesto del Distretto Sanitario 35 di Petralia Sottana, nel quale insiste anche l’Ospedale.
Che “cera colerà dalla santità”, parafrasando una strofa de “Il terzo fuochista”, quindi che concessione verrebbe fatta ai restanti madoniti che attendono da tanti lustri che “passi il Santo”?
Sappiamo tutti che il pronto soccorso non soffre più della carenza di personale per garantire i turni h24, in quanto il servizio è stato affidato a una cooperativa, alla modica cifra di 96 euro per ogni ora di presenza del medico.
Sappiamo anche che la responsabilità dell’area di emergenza è affidata alla dottoressa Maria Elena Greggi e che la stessa – senza percepire “gettoni d’oro” – riesce a coprire anche i turni che “sfuggono” alla cooperativa.
Abbiamo la certezza che l’Unità Complessa di Medicina (l’unica rimasta al “dell’Alto” gli altri reparti sono in capo a diversi Dipartimenti che hanno sede altrove) è al completo di personale sanitario ma affidata alla buona volontà del dottore Francesco Gennaro, il quale avrebbe ricevuto un’amichevole pacca sulla spalla come nomina a direttore. Al contrario di ciò che è avvenuto al “Civico” di Partinico all’indomani del pensionamento del primario (Vincenzo Provenzano), è stato formalmente nominato un direttore facente funzione. Niente pacca sulle spalle!
Niente “fiati e putipù”, ritornando a Petralia. È ora di dare spazio al “terzo fuochista”, “l’artista quotato di più” e di farle sparare “i suoi colori in cielo”.
“Vennero giù”, in silenzio al momento, un Ospedale di Comunità (finanziato dal PNRR, in Italia entro il 2026 se ne dovrebbero realizzare almeno 307), il primo in Sicilia, ovvero un modulo di venti posti letto (incastonato al secondo piano della struttura) che svolgerà una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero in ospedale, “dedicato a pazienti che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, – si legge nel sito istituzionale del Ministero – anche in notturna non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale o familiare)”.
E ancora, per dare una risposta alle rivendicazioni del “Movimento pediatria a Petralia”, l’Azienda ha previsto l’avvio giornaliero e feriale del PPI pediatrico, nelle ore diurne (in aggiunta al festivo e prefestivo), per garantire l’assistenza in “codice bianco”.
Servizio che andrebbe avviato in maniera itinerante, nei 9 comuni del Distretto e in funzione della presenza dei due pediatri di base, che garantiscono le prestazioni per quello che possono e come possono.
Sarebbe un’ottima cosa anche per potenziare la prevenzione. Non lo faranno e, come detto, a discapito dell’attività di prevenzione!
Corre voce che prima dei “tre colpi a finire”, che lasceranno spazio al buio (a cui i madoniti sono abituati) la dottoressa Faraoni ci stupirà con l’avvio di altri servizi.
“Noccioline, torroncini, lecca lecca, palloncini, zum pa pa” per tutti e a prescindere dal carico di lavoro che grava e graverà sul personale medico, già in burnout.
A titolo di esempio. A Petralia presta servizio la dottoressa Anna Di Prima, professionista di spiccate qualità, alla quale è stata affidata contemporaneamente la responsabilità della RSA (20 posti letto), di tutto quello che ruota attorno all’Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) del Distretto 35, quindi alle autorizzazione dei presidi sanitari; delle commissioni mediche (invalidità civile) e in ultimo l’incombenza del buon funzionamento dell’istituendo Ospedale di Comunità. In tutto questo (nelle ore di servizio) dovrebbe dare spazio anche alla formazione.
Tale sovrapposizione di incarichi, inevitabilmente, porta a incomprensibili ritardi nell’erogazione di servizi e della qualità degli stessi, che non dovrebbe fare il paio con la “carità”.
In ultimo, ma non per ultimo, si segnala che il presidente Schifani e l’assessore alla Salute Volo avrebbero accantonato la proposta di rilancio dell’intera struttura avanzata dall’associazione zone franche montane Sicilia.
Far diventare “Petralia” un centro regionale di riferimento per la riabilitazione polmonare, cardiologica e neurologica, insomma un luogo dove si produce salute e si garantisce – di conseguenza – un’adeguata assistenza sanitaria ai restanti i quali, dall’avvio “dell’industria” (non vi scandalizzate!) ne trarrebbero anche un vantaggio in termini di occupazione e di aumento del PIL.
Dopo le elezioni europee a Petralia, verrà “il terzo fuochista” e tutta la burocrazia che conta di Via G. Cusmano, fors’anche il presidente della Regione, per tagliare il nastro dell’Ospedale di Comunità (che determinerà il già infausto tracciato destino del nosocomio), ci saranno anche i sindaci, nel ruolo della “fanfara festante”, in doppiopetto e adornati dell’immancabile fascia, ignari (alcuni per convenienza!) dell’esiguità dei Livelli Essenziali di Assistenza resi alla comunità madonita.
Daniela Faraoni, l’artista quotata, sparerà i suoi colori, “Tre colpi a finire e la notte tornò”.
“Zum para para zum, para para zum pa pa… Brillantina, dopobarba, sigarette, trombe, fiati e putipù… Orecchini, collanine, messa in piega e molto di più”.
Buona salute a tutti!