Cronaca - di Vincenzo Lapunzina
Parco delle Madonie. Fauna distruttiva, Commissario nervoso e carni “a basso macello”
Ott 06, 2024
L’emergenza suidi e daini, che interessa l’area protetta delle Madonie, non può essere più considerata tale, martedì prossimo un “tavolo tecnico” per affinare le tecniche di cattura e definire (?) la strategia di marketing delle carni.
A riguardo, l’Ente Parco si è dotato di costose infrastrutture per l’attività di controllo e stoccaggio delle carcasse (suidi e daini abbattuti o catturati nei chiusini e abbattuti dentro le gabbie), di un mezzo refrigerato per il trasporto delle carni, quindi di una lista di ristoratori, commercianti e salumifici, disponibili ad acquistare e divulgare – in loco e in giro per l’Italia – il gusto delle “carni madonite”, di suido e daino, quelle pregiate di bovino e agnello sarebbero passati di moda, volendo considerare l’organizzazione della filiera (abbattimento e destinazione dei capi) predisposta dall’Ente Parco.
L’Ente si è dotato anche di un listino prezzi, che oscilla in funzione al peso dell’esemplare abbattuto e punterebbe di chiudere accordi di collaborazione perfino con gli Istituti alberghieri.
Sicché, i suidi (incroci tra cinghiali e maiali, una selezione naturale perfezionatasi nel tempo e a irrimediabile danno della biodiversità) eviscerati (compreso di testa ed estremità) e che superano i 40 kg, saranno battuti a 60 euro (€ 1.50 al kg) a capo, se in “buona salute”. Se valutati (non è chiaro da chi) di “qualità sufficiente” – un affarone per i produttori di insaccati – il prezzo scenderà a 40 euro a capo (un euro al kg). Più saranno pesanti più diminuirà il prezzo al kg.
Chi li preferisce (eviscerati) compreso di testa, pelle ed estremità, potrà prelevarli dalle celle frigo di Petralia Sottana a 30 euro a capo, se di “buona qualità” e superiore a 40 kg, oppure a 20 euro se di “sufficiente qualità” e inferiore a 40 kg.
I daini, invece, hanno un altro “listino” che non è legato al peso. Le carcasse eviscerate (comprese di testa ed estremità), di età compresa tra i 18 e i 36 mesi, ovviamente in “buona salute”, verranno cedute a 40 euro; quelle “più scarse”, di età inferiore ai 18 mesi e superiori ai 36 mesi, a 30 euro a capo.
L’altra opzione “commerciale” del listino sarebbe legata alla pelle. “Capo intero eviscerato. Compreso di testa, pelle ed estremità”, tra i 18 e 36 mesi la “carcassa buona” te la porti a 20 euro; di età inferiore a 18 mesi e superiore a 36, di qualità “sufficiente”, a 15 euro.
Nel paesaggio madonita cè pure chi – legittimamente – organizza “ebike tour”, prospettando “esperienze uniche a contatto con la natura incontaminata, dove il silenzio dei boschi verrà interrotto – si legge nell’avviso – solo dall’eco del maestoso bramito dei daini”.
Speriamo che il tour non venga proposto alle scuole, dai daini (non autoctoni di questo paesaggio, è utile ricordarlo) che mangiano di tutto e che provocano danni in ogni dove, a immaginarli come i cuginetti di Bambi sarebbe un attimo.
Il punto rimane un altro ed è oggetto di una richiesta di accesso agli atti che abbiamo inoltrato (24 settembre u.s.) al direttore dell’Ente Parco delle Madonie.
A Giuseppe Maurici abbiamo chiesto di conoscere, al fine di esercitare il diritto di cronaca e di informazione, “il numero di suidi e daini abbattuti, a valere dei piani di selezione in vigore, negli anni 2022-2023-2024 (fino alla data della presente), distinti per anno, località (possibilmente geolocalizzata), data e numero di selettori coinvolti per ogni giornata dedicata”, quindi di “conoscere le ragioni (eventuali) per le quali i piani di abbattimento selettivi sono stai sospesi e il periodo di interruzione”.
Mentre scriviamo non risulta pervenuta alcuna risposta, quindi non possiamo esercitare – fino in fondo – il nostro diritto di cronaca né tantomeno i lettori, molti dei quali vittime del disastro ecologico ed economico, possono essere adeguatamente informati rispetto a quanto richiesto.
Vero è che gli Uffici avrebbero 30 giorni di tempo per rispondere ma è altrettanto vero che si tratta di dati di facile reperimento, basterebbe un “click” per estrarre i report. Almeno così immaginiamo l’elaborazione e la tenuta del data base.
Invero, la risposta politica (non direttamente a noi, ovviamente) del Commissario dell’Ente, Salvatore Caltagirone, sarebbe stata quella di riconvocare un vertice (l’ennesimo) tra i “saggi” che in questi anni hanno condotto e diretto l’attuazione dei “piani di gestione della fauna selvatica”.
Sulla “formazione”, convocata da Caltagirone, ci sarebbe da evidenziare che su alcuni “antenati” dei partecipanti ricadrebbero pesanti responsabilità in capo alla gestione degli esemplari presenti, al tempo, nei recinti e sull’intento di introdurli nell’area protetta senza valutare l’esistenza di predatori.
Al summit, che si terrà presso la sede del Parco di Petralia Sottana, l’8 ottobre alle ore 10.30, dovrebbero partecipare i rappresentanti e delegati dell’Ispettorato Regionale Foreste, della Ripartizione Faunistico Venatoria Palermo del Dipartimento Sviluppo Rurale, del Dipartimento Azienda Foreste-Palermo, dell’ASP di Palermo, dell’Istituto di Zooprofilattico, ed il Coordinatore Scientifico del Piani Suidi e Daini, Egidio Mallia.
Esclusi dal Commissario Calatagirone, in maniera lampante, le organizzazioni e le associzioni che aggregano le “vittime” (agricoltori e allevatori) di questa incontrollata emergenza/calamità.
Ovviamente, tra i “saggi” sono annoverati, di diritto, i due membri del Comitato esecutivo del Parco, il capo dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Palermo e il sindaco di Isnello, Marcello Catanzaro, in rappresentanza dei sindaci componenti il Consiglio del Parco.
Catanzaro, di fatto, rappresenterebbe solo se stesso, volendo considerare la posizione critica che i colleghi hanno nei confronti del Commissario e della governance politica dell’Ente.
Caltagirone è stato nominato il 17 gennaio 2023, l’imbarazzante commissariamento delle aree protette siciliane (Ente Parco delle Madonie compreso) dovrebbe durare fino alla nomina dei presidenti, scelta politica che dipende dalla (oramai) tardiva proposta che il neo assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusy Savarino, dovrebbe fare al presidente Schifani, per essere approvata dalla Giunta regionale e, a seguire, ratificata dalla I Commissione dell’ARS, Affari Istituzionali.
Il ritardo delle nomine darebbe contezza dell’apparente (?) disinteressamento del Governo regionale verso i Parchi dell’Isola.
Sulla partecipazione dei saggi al summit di martedì ci poniamo una domanda.
Cosa avranno di così importante da discutere e quali strategie potranno essere definite, volendo considerare i costi che gli Enti coinvolti dovranno sostenere per raggiungere la sede di Petralia Sottana?
Siamo certi che il Commissario del Parco avrà elaborato una proposta di Disegno di Legge o un Ordine del Giorno (da portare all’atteznione di Sala d’Ercole) che impegni il Governo regionale a proclamare lo stato di emergenza, o di qualunque genere di mozione purché risolutiva, da definire nel corso del “tavolo tecnico” e da sottoporre all’attenzione dell’assessore Savarino, quindi al Governo regionale e, come detto, dell’ARS.
Se così non fosse l’unica cosa che si profilerebbe è il danno all’erario, legato alla “missione” che i partecipanti chiederanno di avere liquidata. In fin dei conti la visita al centro di stoccaggio del “basso macello” si può effettuare anche in maniera virtuale.